31 ottobre 2012

Angeli del fango

Tra quattro giorni sarà passato un anno esatto dall'alluvione che ha colpito Genova il 4 novembre 2011.
Confesso che, a proposito di gentilezza, mi hanno commossa quelle centinaia, migliaia di persone di ogni età che hanno deciso di rispondere alla chiamata della Liguria (ma non solo), annegata da una bomba d'acqua, e si sono messe in viaggio per andare a fare la loro parte. Per senso civico, per solidarietà umana, perchè qualcuno deve pur farlo, no? allora tanto vale prendere la pala ed uscire a spalare.
Solo, mi ha dato fastidio che ancora una volta i volontari siano stati identificati come Angeli, perchè è deresponsabilizzante verso tutto il resto della società.
Un Angelo infatti è un Essere superiore che vive nell'alto dei Cieli, fatto di una materia diversa da quella di noi esseri umani. Non è una persona, infatti, è un Angelo, cioè una creatura Divina e nessuno di noi umani riuscirebbe mai ad essere alla sua altezza.
Ma io credo che il vero valore di chi si è mosso dalla sua città ed è andato di persona a dare una mano con pala e scopettone, stia proprio nel fatto che UN VOLONTARIO NON E' UN ANGELO: forse qualcuno lo sarà pure, ma per lo più si tratta di persone assolutamente normali, con lavoro, progetti, famiglia, scazzi, fidanzati, esami all'università, viaggi di lavoro e regali da comprare all'ultimo minuto. Vite assolutamente comuni di gente assolutamente comune, che però ha preferito accantonare tutto qualche giorno per andare a dare una mano a chi non ce la stava facendo da solo, invece di restarsene comodamente seduta in poltrona e cambiare canale, come hanno fatto gli altri.
Questo è ciò che li rende splendidi, preziosi, impareggiabili ESSERI UMANI, dotati di libero arbitrio.
Il fatto che loro -esseri umani come noi, e non Angeli di stirpe superiore- si siano mossi, testimonia il fatto che avrebbero potuto farlo anche tutti gli altri, quelli che non si sono mossi  (c'è chi ha bambini o anziani da accudire, ci sono cardiochirurghi o psichiatri che non possono lasciare i propri pazienti nemmeno un giorno... insomma, tutti non sono poi proprio tutti...).
Ma questa loro scelta, per me ha un valore enorme, e li ringrazio tutti, dal profondo del cuore. C'è speranza in un futuro più gentile, e a novembre 2011 io questa speranza l'ho vista per strada al lavoro, sudata e tutta sporca di fango, ma pulita dentro.

13 aprile 2012

Il telefonino

Camminavo, qualche giorno fa, in un'area abbastanza turistica della mia città. In giro c'erano pochissime persone, era quasi ora di cena.
Mentre sono lì che mi faccio i fatti miei vedo una coppia, davanti a me, raccogliere qualcosa da terra. Si girano e mi chiedono se per caso è mio. Un telefonino. Ma non un telefonino sfigato. No no,  uno di quelli supertecnologici e ambitissimi, che navigano in internet, ti dicono dove sei, fanno le foto e persino il cappuccino, se glielo chiedi con gentilezza.

I due ragazzi si girano intorno per capire se possa essere caduto dalle tasche di qualcuno: si capisce che non pensano nemmeno per un secondo di tenerselo: a qualcuno deve servire molto!
Ma in giro non c'è nessuno, e siccome non lo sanno usare, mi chiedono se li aiuto a risalire al proprietario. Cerchiamo di togliere il blocco tasti per guardare se, tra gli sms, c'è qualcuno -che so, "Amore", "Casa" o altro- che possiamo chiamare per dire che il telefonino ce l'abbiamo noi.
Mentre digitiamo, squilla.
Loro esultano:"Evvvaiii!". Rispondono, spiegano dove sono, e vanno incontro al proprietario, che intanto sta rifacendo, con la moglie, il percorso inverso, occhi incollati per terra alla ricerca dell'aggeggio.
Non pensava che qualcuno, trovandolo, l'avrebbe riconsegnato.
L'ho sentito offrire una cena ai ragazzi, che hanno gentilmente rifiutato dicendo: "Ma s'immagini, per così poco? Speriamo che, quando capiterà a noi, qualcuno ce lo riporterà!". Glielo auguro anch'io.

05 febbraio 2012

'Ste due stronze


L'altro giorno ero al bar, con una mia amica. Era ora di pranzo e stavamo mangiando un'insalata sedute ad uno dei tre tavolini. Nel bar piuttosto affollato, c'è gente anche in piedi. Un gruppo di Signore, vicino al bancone, ci guarda con la coda dell'occhio. Finiamo l'insalata e ci avviciniamo anche noi al bancone, io per ordinare i caffè e la mia amica per prendere un dolcetto. Mentre siamo lì sentiamo una delle signore, di spalle, che dice alle altre due: "Se 'ste due stronze con la chiacchiera finissero di mangiare in fretta e si togliessero dai coglioni, io avrei una certa fretta!". Le altre, che ci avevano notate, impallidiscono e le danno di gomito. Sì, è ovvio, abbiamo sentito tutto.
La tizia si gira, apre la bocca per dire qualcosa, ma la mia amica la blocca con un sorriso a trentadue denti: "Signora non si preoccupi. Capita a tutti di avere una cattiva giornata! Se ha ancora un attimo di pazienza, abbiamo quasi finito". La signora rimane basita, non sa che dire, si aspettava di rimando un'aggressione, non certo una gentilezza.
Torniamo a sederci, beviamo e mangiamo velocemente e dopo due minuti sgombriamo il tavolo.
Ok, so scegliermi le amiche. Però la ringrazio lo stesso, anche qui, perchè chiunque altro ci avrebbe litigato, o si sarebbe offeso, alimentando una spirale di odio e separazione. Invece, a lei l'odio e la separazione non interessano. E non le interessa nemmeno di "avere ragione": le interessa solo di non rovinarsi le giornate come fanno gli altri. E quando è incerta su come reagire, preferisce sempre alimentare gentilezza.

01 febbraio 2012

Evasore sarà lei!


L'altro giorno mentre ero in un negozio di cineserie, ascoltavo un signore in età, dall'aria distintissima, che stava cercando di convincere la cassiera cinese a scontargli la cintura di finti Swarowski che aveva scelto. Invece dei 25 euro richiesti, voleva pagarla solo 20. Ma la commessa non si faceva convincere.
Allora le dice: "Facciamo così: io le dò 20 euro, metto la cintura in tasca così com'è ed esco dal negozio; così lei può evitare di battere lo scontrino, e si ritrova con 20 euro puliti puliti in cassa".
Ma la commessa è un osso duro, e sembra preferire perdere il cliente piuttosto che commettere un illecito.
Allora l'anziano le spiega: "Guardi, non c'è mica niente di male, siamo in Italia, qui tutti siamo un pò evasori, no?"
E purtroppo per lui, mentre lo dice, strizza l'occhio ad una signora presente nel negozio, per cercare simpatia e sostegno.
La signora, serena come un buddha gli risponde con un sorriso, e ad alta voce: "Evasore sarà lei! Io le mie tasse le pago fino all'ultimo centesimo. Non mi metto certo a truffare lo Stato per 20 euro. Ci tengo, sa, a sentirmi superiore a quelli che lo fanno".
Chiaramente il distintissimo tizio si sente in difetto ed inizia a giustificarsi: "Ma come: c'è gente che evade cifre colossali e io dovrei sentirmi colpevole per 20 euro? In Italia oggi si può vivere solo così".
Al che la signora, senza fare una piega, gli risponde: "Ed infatti, questo Paese sta andando a bagno tutto per intero: grandi e piccoli insieme. Gli squali multimilionari fanno il grosso del lavoro, e quelli come lei contribuiscono come possono, con una piccola truffa quotidiana". Ed esce, sempre col sorriso.
Grazie, gentile signora, per non essersi arrabbiata, per aver risposto con serenità e chiarezza a quello sconosciuto, distintissimo cittadino che avrebbe potuto essere il mio vicino di casa, mio zio, il mio insegnante. La sua, è stata una lezione magistrale di senso civico e rispetto della legge.