30 novembre 2010

Aspetti qui un momento

Stamattina sono andata in un ufficio pubblico perchè avevo bisogno di rientrare in possesso di alcuni documenti che avevo presentato, e che ora mi servivano.
Dopo alcune richerche mi dicono che i documenti si trovano in archivio, quindi al piano di sopra, e siccome non hanno tempo di andarci subito, di lasciare la richiesta e ritornare domani per il ritiro. Mentre sto per uscire, penso: "incredibile... siamo nel 2010 e i documenti sono fatti ancora di carta, vengono nascosti in archivi che stanno al piano di sopra e che per questo sono inaccessibili..."; una signora gentile, evidentemente mossa dal mio sgomento, mi chiede di aspettare un momento: sarebbe andata su a cercare le mie carte. Dopo 5 minuti scende con tutto il faldone, estrae i miei papiri, mi fa firmare, mi sorride e mi saluta. La gentilezza di questa signora mi ha risparmiato un sacco di fastidi, tra cui svegliarmi presto domattina, tornare lì, farmi di nuovo la coda, e magari non avere i miei documenti pronti. E arrabbiarmi.
Quindi grazie, grazie, ancora grazie per aver fatto un passo in più, per me. Le auguro con tutto il cuore che, quando toccherà a lei, qualcuno le restituisca quel passo in più che ha fatto per me.

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28 novembre 2010

Non si è mai troppo ottimisti

Gentilezza ricevuta ieri.
Ero in una stazione della metro e tra ombrello, borsa e un sacchetto avevo le mani occupate. Faccio per aprire la barra con il corpo, ma ci sbatto semplicemente contro, senza che la sbarra ruoti di un centimetro. Mentre la sbarra mi rimbalza indietro e a momenti cado, mi viene da dire ad alta voce: "Sono stata troppo ottimista"; sposto ombrello sgocciolante e borsa sull'altro braccio, torno indietro, spingo con la mano, la ruota gira e mi fa entrare.
Faccio dieci passi un tipo mi fa toc toc sulla spalla, mi giro e con la voce calma e un gran sorriso mi dice: "Ti ho sentita poco fa. Guarda che non si è mai troppo ottimisti". E si allontana.
E' stato come prendere la scossa.
Essere ottimisti, aspettarsi cose belle perchè sono un nostro diritto, non dovrebbe essere strano o illusorio. Dovrebbe essere normale.
Purtroppo, questa società fondata sul dolore e l'umiliazione, ce lo fa dimenticare: "Pensa positivo" è diventato un semplice spot pubblicitario.
Auguro con tutto il cuore a quel ragazzo che, in un momento di sconforto, qualcuno se ne accorga, e gli butti sul cuore le parole di cui ha bisogno per riprendere la giusta prospettiva.